Dopo tante tribolazioni siamo giunti alla tanto attesa battaglia finale.
Nel corso dei mesi hanno alimentato le nostre aspettative, ma mettiamo via spade e forconi perché l’ultima battaglia è molto più di un banale scontro.
Già nelle recensioni precedenti vi avevo parlato di un “ritorno alle origini”, accennato dagli autori della serie in diverse interviste. Avevano detto che avremmo visto situazioni presenti nel pilot, e non si riferivano solo alla carrellata di immagini che hanno aperto il finale.
La maledizione è stata scagliata nuovamente su Storybrooke ed è ancora una volta Emma a dover lottare contro se stessa, pur di mantenere alto il suo Credo. E chi se non Henry, colui da cui tutto ha avuto inizio, può sbrogliare i nodi di questa intricata matassa?
Tuttavia la situazione, questa volta, è più spinosa: il potere della Black Fairy è molto più oscuro di quello della Evil Queen, a suo tempo, e neppure Henry riesce a tenerle testa. Cosa si poteva pretendere di più da un quattordicenne? Eppure, questo stesso ragazzino – inutile in molte altre occasioni – è il perno su cui si fonda la filosofia di Once Upon A Time: credere. Credere ad ogni costo.
Né la Black Fairy né Emma e neppure il libro delle favole al rogo spengono la speranza di questo ragazzino, pronto a tutto pur di salvare le persone che ama. Il suo coraggio donerà ad Emma la forza di credere ancora, pur non ricordando niente del suo recente passato, salvando – inconsapevolmente – la sua famiglia.
A proposito della famiglia, Charmings, Regina, Hook e co. sono intrappolati nella Foresta Incantata.
Lì, tramite uno dei cappelli del Cappellaio Matto (recuperato da Zelena) scoprono che la mancanza di fede di Emma sta portando la distruzione di ogni regno conosciuto. E così inizia anche la loro lotta contro il tempo e contro l’oscurità che rischia di risucchiarli. In questo contesto assistiamo al ritorno della Evil Queen, la ex controparte malvagia di Regina. Inaspettatamente, anche lei dà un valoroso contribuito alla missione, smentendo la natura a cui l’abbiamo sempre collegata.
La magia di questo cambiamento ispira il bel discorso che Regina farà ad Emma, in un secondo momento. Quando Gold, stufo della situazione e non più preda delle bugie della madre, la ucciderà per salvare il figlio, allora la maledizione verrà spezzata.
Ma prima di questo momento, vorrei fare un accenno a quella che è stata la storia di Rumple.
Gli abbiamo dato contro per aver assecondato il volere della madre, salvo poi scoprire di essere stato tradito da lei ancora una volta. Molti di voi avranno visto debolezza in questo suo atteggiamento, ma io ho riscoperto in lui una forza che forse non avevamo avuto modo di conoscere, non così approfonditamente. Sapevamo che le storie di molti sarebbero giunte a conclusione (ed è per questo che io lo considero come un finale di serie), eppure non mi aspettavo il risveglio dell’eroe.
Di cosa sto parlando? Ma di Rumple e della sua reale natura: non più l’Oscuro, ma l’Eroe ha guidato i suoi passi. Il Salvatore che non ha mai avuto occasione di essere.
Ed è quando l’Oscurità e la Luce faranno la cosa giusta che la battaglia finale verrà vinta.
Emma e Tremotino.
Salvatrice e Oscuro, entrambi con le spalle al muro, ma uniti nei propositi: salvare Gideon.
Chi l’avrebbe mai detto che il sacrificio di Emma e la speranza di Gold avrebbero portato la salvezza per tutti quanti? Pur di non intaccare la propria anima, Emma si fa colpire da Gideon, ma la luce in lei non muore; è di nuovo Henry a salvarla, con il bacio del vero amore. Questo stereotipo che ci accompagna fin dal primo giorno e che ritorna, invertendo i ruoli.
Così come Snow risveglia Charming nella foresta incantata (bellissimi i richiami al loro passato), allo stesso modo Henry bacia la fronte della madre ed Emma torna tra le braccia della sua famiglia.
Come Gideon, tornato in fasce, torna tra le braccia dei suoi genitori.
Poetico e magico. Il vero finale di una favola, non sempre perfetta, ma in grado di emozionarci fino all’ultimo secondo.
Adesso ditemi, dopo aver assistito al finale perfetto, in cui davvero tutti vivono felici e contenti, che senso ha continuare con una sorta di spin-off su Henry e sua figlia Lucy? Che poi, sarà mica la figlia di quella simpaticona di Violet?
Però, ciò vuol dire che ci sarà un’altra maledizione, come possiamo dedurre dalla presenza di Henry e figlia nella Foresta Incantata. Che fine ha fatto il vissero felici e contenti? Tiger Lily è di nuovo una fata oppure quello era un viaggio nel passato? Ma soprattutto: che senso ha Hook senza Emma? E Rumple senza Belle? E Regina senza tutti gli altri?
La sensazione di deja-vu finale non mi invoglia a continuare la visione di una serie che, ripeto, per me si è conclusa con la battaglia finale e con il commovente discorso di Snow.
Bellissime parole che precedono la carrellata sulle nuove vite dei personaggi: i Charmings abbandonano – finalmente! – l’appartamento per prendere una villetta, con tanto di cane al seguito; Regina ed Emma continuano la loro collaborazione come madri di Henry, forse la missione più importante delle loro nuove vite; Hook ed Emma vigilano sulla città e possono vivere il loro happy beginning; Regina viene finalmente accettata dalla comunità e tutto è bene quel che finisce bene. Persino la Evil Queen ha il suo lieto fine che arriva con la proposta di matrimonio di Robin. Una nuova avventura aspetta anche lei. Ed era anche ora che lei avesse una gioia!
Era il finale che mi aspettavo e che ho desiderato per loro durante tutti questi anni, quindi perché rovinarlo con una nuova stagione? Senza contare che potrebbe essere l’ultima, ed è qui che mi si rovina il gusto di questi due episodi.
Avrei preferito ci lasciassero ampio margine per immaginare un eventuale futuro per ognuno di loro, per scrivere fan fiction e gettare lì ipotesi magari assurde, o forse non più di tanto. Ogni storia che si rispetti, favola o non, deve giungere alla sua fine e “The Final Battle” per me segna il capolinea di Once Upon A Time.
Non ci sono parole sufficienti per raccontare le emozioni (positive e non) che questa serie mi ha trasmesso in questi sei anni. Il nostro è stato un viaggio pazzesco che rifarei daccapo, nel bene e nel male.
Inutile dire che mi mancheranno tutti – chi più e chi meno, ovviamente – e che nella mia fantasia le loro storie continueranno a vivere.
Perché bisogna credere nella magia, no matter what.
Vi saluto invitandovi a visitare la nostra affiliata, SwanQueen Italia, e aspetto i vostri commenti sul finale!
Love you, oncers!